fbpx
Skip to main content

Contratto di convivenza: la garanzia di un avvocato competente in materia

La legge Cirinnà introdotta nell’ordinamento nel 2016 è servita per portare la legislazione italiana al passo con situazioni che sono realtà sociali ormai da anni.

La questione di cui si è più parlato al momento dell’approvazione della legge è sicuramente stata l’introduzione delle unioni civili, un istituto che ha finalmente dato legittimità davanti alla legge alle coppie formate da partner dello stesso sesso. Non meno rilevante però è stata la seconda grande novità introdotta dalla l. 76/2016 (il nome “tecnico” della legge Cirinnà), vale a dire la disciplina della convivenza di fatto, realtà diffusissima eppure lasciata fino a quel momento per lo più a generiche disposizioni del codice civile ed ai costrutti di origine giurisprudenziale.

Le due grosse innovazioni introdotte con la disciplina della convivenza di fatto (aperta sia alle coppie di sesso diverso che a quelle dello stesso sesso) sono il contratto di convivenza per quanto riguarda, tra le altre cose, gli aspetti patrimoniali, e la regolamentazione precisa di tutta una serie di situazioni decisamente problematiche fino all’approvazione della legge.

Il contratto di convivenza è uno strumento che va a regolare quegli aspetti quali il contributo delle parti alla vita economica della coppia ed anche il regime patrimoniale che le parti vogliono adottare durante la convivenza. Si potrà optare sia per la divisione dei beni, sia per la comunione dei beni proprio come le coppie che si uniscono in matrimonio o in unione civile.

Quanto meglio verrà redatto il contratto, tanto più precisi saranno gli obblighi delle parti e minori saranno i problemi nel malaugurato caso in cui la convivenza non dovesse funzionare e si dovesse giungere alla fine della convivenza. Indipendentemente dal contratto poi, la legge regola comunque situazioni quali i diritti ed i doveri di uno dei partner in caso di malattia o di decesso dell’altro partner, riconosce ai conviventi di fatto gli stessi diritti spettanti al coniuge dall’ordinamento penitenziario e prevede in caso di cessazione della convivenza, indipendentemente dall’esistenza di un contratto di convivenza, il diritto del convivente di ricevere dall’altro gli alimenti, se ricorrono determinati presupposti e per un periodo proporzionale alla durata della convivenza.

Concludere un contratto di convivenza è raccomandato in ogni caso, anche se ad un primo sguardo i diritti garantiti dalla legge Cirinnà potrebbero sembrare sufficienti anche in assenza di contratto.

A tal proposito è importante non agire in autonomia ma rivolgersi per la redazione ad un avvocato per contratto di convivenza, in modo da essere sicuri che ogni aspetto venga considerato. In ogni caso un avvocato o un notaio dovranno confermare gli accordi presi tra le parti, motivo per cui l’ideale è coinvolgere il professionista sin dai primi momenti.

Sabrina D'asccenzo: l'avvocato per il contratto di convivenza a Roma

Contattaci

Avv. Sabrina D'Ascenzo

Per maggiori informazioni compila questo modulo, ti contatteremo prima possibile

Accertarsi di inserire una email corretta altrimenti sarà per noi impossibile rispondere

Tel. 340 986 4432

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dal Lunedi al Venerdi
9:00 - 19:00

via Costantino Morin, 45
00195 Roma zona Prati (RM)