Mi chiamo Sabrina D'Ascenzo, sono un avvocato del Foro di Roma e mi occupo di tutela legale per la famiglia, in particolare di tutto ciò che riguarda le separazioni. Assisto le persone nelle cause di separazione per colpa, di fatto o giudiziale, con figli o dei coniugi. Offro consulenza e assistenza legale in materia di diritti e doveri dei figli minorenni e maggiorenni.
Avvocato per separazione per colpa a Roma, con studio in zona Prati. Sono a disposizione per chiarimenti e assistenza.
Come si può intuire dal nome la separazione giudiziale per colpa, nota anche come separazione con addebito, è un istituto giuridico che presuppone che la separazione matrimoniale sia imputabile esclusivamente ai comportamenti assunti da uno di essi.
Entriamo subito nel dettaglio per capire di cosa si tratta, cosa deve essere in grado di dimostrare la parte lesa e soprattutto quali sono gli effetti di una separazione di questo tipo nel caso in cui il giudice dovesse riconoscere la fondatezza delle accuse.
Qualora una persona sposata ritenga che suo marito o sua moglie stia tenendo dei comportamenti inaccettabili, tanto da determinare una crisi coniugale e da rendere impossibile il regolare prosieguo del matrimonio, può chiedere al proprio avvocato di avviare l'iter giuridico in grado di portare appunto alla separazione per colpa a Roma.
A tal riguardo è bene chiarire che la domanda di addebito può essere formulata solamente in caso di separazione giudiziale e non, anche, in sede di separazione consensuale.
Nello specifico, la separazione con addebito può avvenire nel caso in cui uno dei due coniugi venga meno agli obblighi coniugali specificati nell'articolo 143 del Codice Civile, ovvero fedeltà, collaborazione nell’interesse della famiglia, assistenza morale e materiale, coabitazione.
La persona che lamenta dei comportamenti non tollerabili da parte del marito o della moglie deve essere in grado di dimostrarli, ed è sempre più frequente che chi vive situazioni simili si affidi a delle agenzie investigative affinché raccolgano in modo efficace e nel pieno rispetto di quanto disposto dalla legge delle prove spendibili con successo in Tribunale. L’esistenza di tali comportamenti potrebbe giustificare anche una separazione di fatto, ma è consigliabile a tal fine rivolgersi sempre prima ad un legale onde evitare di incorrere nelle conseguenze previste dal legislatore in caso di allontanamento ingiustificato dalla casa familiare (art. 146 c.c.).
Al fine dell’addebito non è, però, sufficiente il mero inadempimento dei doveri coniugali. C'è, infatti, un altro aspetto da considerare, ed è quello del nesso di causalità tra la i comportamenti tenuti dal coniuge e l'insorgere della crisi matrimoniale. Vediamo di cosa si tratta.
Immaginando che una persona sia in grado di dimostrare che sua moglie o suo marito abbia consumato un tradimento, il giudice deve accertare appunto che sia stato tale episodio a comportare la crisi coniugale e che esso non sia la causa di una crisi già esistente.
Quest'aspetto rende sicuramente più complesso riuscire a dimostrare la colpevolezza del coniuge ed è opportuno essere consapevoli della necessità di fornire la prova anche di tale circostanza prima di formulare inutilmente una domanda di addebito, che porterebbe solo ad un inasprimento della conflittualità tra i coniugi.
Qualora un uomo si rivolga al proprio avvocato accusando la propria moglie di aver violato i doveri coniugali rendendo intollerabile la convivenza e laddove il giudice riconosca la veridicità di tale situazione, vi sono una serie di risvolti che gravano sulla donna.
Anzitutto, la persona colpevole della separazione perde il diritto all'assegno di mantenimento e ha diritto di richiedere esclusivamente il riconoscimento degli alimenti, laddove si trovi in stato di bisogno.
La persona colpevole deve inoltre farsi carico delle spese processuali sostenute dalla controparte per poter richiedere l'attivazione dell'iter di separazioni per colpa. La persona lesa, in questo caso il marito, ha anche modo di richiedere il risarcimento dei danni subiti da tale atteggiamento, laddove ne ricorrano i presupposti.
Inoltre, laddove il giudice dovesse confermare la colpevolezza della moglie, la donna perderebbe anche i diritti successori nei confronti del marito, fatto salvo il diritto ad un assegno vitalizio, qualora godesse di alimenti legali al momento dell’apertura della successione.
Il discorso non cambia laddove sia la moglie a rivolgersi a un avvocato lamentando dei comportamenti contrari agli obblighi coniugali da parte del marito, che abbiano dato origine alla crisi coniugale.
Anche in un caso come questo, infatti, viene confermato quanto detto fino ad ora: la parte lesa, in questo caso la moglie, può ottenere la separazione con addebito e, in conseguenza
Scuola di alta formazione specialistica avvocati in diritto delle persone, delle relazioni familiari e dei minorenni di Cammino in collaborazione con Scuola Superiore dell’Avvocatura - Fondazione del Consiglio Nazionale Forense e i Dipartimenti di Giurisprudenza delle Università di Roma Tre, Cassino - Lazio Meridionale.
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